quale colto alla sprovvista potrebbe restare piuttosto sgomento che meravigliato da una tale poco gradita sorpresa. Di più, è atto scortese e contrario alle buone regole di cavalleria fare assegno sulla perplessità, che un repentino cambiamento di mano può causare al nemico, per riescire vittoriosi in una partita d'onore.
Siamo perciò convinti che mai si debba concedere l'alternativo uso delle due mani durante lo scontro, salvo il caso di duelli gravi, provocati da cause molto serie, e nei quali, uno degli avversari ferito ad un braccio o ad una mano, domandi di continuare il duello con l'altra mano. Però, anche su questa concessione dovranno essere d'unanime accordo le due parti ed i padrini inseriranno la facoltà concessa nel verbale di scontro.
Il parlare e l'emettere grida od esclamazioni durante il combattimento è pure contrario alle buone regole di cavalleria e deve considerarsi « atto sleale, » o per lo meno scortese.
L'avversario che durante lo scontro grida o esclama, non può a meno di distorre l'attenzione dell'antagonista dalle armi e quindi esporlo ad essere colpito più facilmente.
XI
Del guanto di sala d'armi
E sempre concesso sul terreno l'uso di un guanto ordinario di pelle o del guanto detto d'ordinanza. Il guanto in talune circostanze può essere sostituito da un fazzoletto che si avvolge alla mano, oppure bagnato lo si gira attorno al polso. In questo caso è necessario però assicurare il fazzoletto in modo che non ne penzolino i capi per non inciampare ed arrestare il ferro nemico.
In seguito a reciproco accordo gli avversari potranno fare uso del guanto con Crispino o di altro guanto. E bene notare che questa condizione non può essere imposta al duellante che la rifiuta e tanto meno potrà valersene l'avversario senza il di lui precedente assentimento.