Stai consultando: 'Il carattere ', Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)

   

Pagina (322/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (322/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   294 I LIBRI INSPIRATORI BEI GIOVANI. [CAP. X.]
   Il duca di Wellington leggeva molti libri; i suoi principali favoriti erano Clarendon, il vescovo Butler, la Wecdth of Nations (Ricchezza delle Nazioni) di Smith, Hume, I' arciduca Carlo, Lesile e la Bibbia. Amava molto anche le Memorie francesi ed inglesi; segnatamente le francesi Memoìres pour servir ec. di qualunque genere. Gleig dice, che quando era a Walmer, il Duca aveva sempre alla mano la Bibbia, il Libro delle Preghiere, 1' Holy Living and Dijing di Taylor, e i Commentari di Cesare; e che a giudicare dalle traccie che portavano, dovevasi dire eh' erano stati molto letti e spesso consultati.
   Se i libri sono i migliori amici per 1' età matura, possono anche bene spesso ispirare egregiamente la giovinezza. Il primo libro che produce grande impressione nell'animo eli un giovane, spesse volte fa epoca nella sua vita. Esso può accendergli il cuore, stimolarne 1' entusiasmo, e col volgere a nuovo scopo i suoi pensieri, aver parte assoluta nella formazione del suo carattere. Il nuovo libro col quale ci si forma un nuovo amico di maggiore e più maturo senno, può così essere principio d'importante innovazione alla nostra vita; e tale perfino, da potersi considerar quasi come un'altra nascita.
   * Da quel giorno che a Giacomo Smith fu primieramente regalato un libro elementare di botanica, e che a Giuseppe Banks cadde in mano l'Erbario di Gerard ; da quando Alfieri lesse Plutarco per la prima volta, e Schiller conobbe i drammi di Shakspeare, e Gibbon divorò il primo volume della Storia universale ; ognuno di questi si sentì per modo ispirato, che gli parve di cominciare solo allora a realmente vivere.
   Nella prima giovinezza La Fontaine non era altro che un bighellone; ma avendo udito Malherbe leggere un' ode, si narra che esclamasse : « Sono poeta anch' io ! » e il suo genio sì svegliò. Carlo Bossuet fu preso d' amore per lo studio, dalla lettura fatta mentri era ancora