288 BIOGRAFIE NON DESCRITTE. [CAP. X.]
generazione non importerà di loro, come se non fossero mai stati. « Olii ora è il re ? » chiedeva il pittore Greuze a sua figlia, negli sconvolgimenti della prima Rivoluzione di Francia, quando ad ogni tratto venivano a galla nuovi uomini proclamati grandi, per scomparire poco dopo, e non lasciarsi più vedere. « Chi ora e il re ? « E poi soggiungeva: « Ma infine il cittadino Omero e il cittadino Raffaello vivranno ben più a lungo di tutti questi nostri moderni cittadini, i nomi dei quali io non aveva mai udito prima d'oggi. » Eppure della vita di Omero non si sa nulla affatto, e ben poco anche di quella di Raffaello. Lo stesso Plutarco, il quale scrisse tanto bene le vite altrui, non ha biografo: e non v' è stato un solo di tutti quei grandi autori romani allora viventi, che lo abbia nominato neppure una volta. Si dica il medesimo del Correggio, che dipinse gli altri con tanta maestria, e non v' è un suo ritratto che si possa credere autentico. Vi furono taluni che ebbero gran parte nel dar forma alla vita pubblica del loro tempo, e la fama dei quali è stata assai maggiore fra i posteri che non fra i loro contemporanei. Poco assai e' è noto di Wickliffe, il patriarca della Riforma : egli non fu che una voce nel deserto. Non sappiamo con certezza chi fosse ], autore dell' Imitazione di Cristo, un libro che ebbe diffusione immensa, e tanto potè sullo spirito religioso di cristianità tutta. Si suol attribuire a Tommaso Kempis; ma probabilmente egli non ne fu che traduttore; imperciocché il libro che si conosce veramente esser stato scritto da lui.1 è per ogni aspetto così inferiore all' Imitazione, da non potersi credere che siano l'uno e 1* altro della stessa penna. Sembra invece che il vero autore ne sia Giovanni Gerson, cancelliere dell' Università di Parigi, uomo dottissimo e religiosissimo, che morì nel 1429.
Non pochi dei più grandi uomini di genio ebbero bio-
' Dialogus Novitiorum de Contemptu mundi.