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GENIO DEL PLUTARCO.
[CAP. X.]
clie sapeva con arte somma ritrarre i caratteri individuali de' suoi personaggi ; e questo poter vedere ben fra loro distinti i diversi individui, è ciò clie più diletta e istruisce nelle biografie. Nei grandi uomini quello che maggiormente piace, non è tanto ciò che operano come grandi, quanto ciò che sono, e non dipende dalla loro forza intellettuale, ma dalle personali attrattive. Si trovano infatti uomini, le cui vite sono assai più eloquenti dei loro discorsi, e il carattere personale molto più cospicuo delle azioni.
Devesi notare poi che, mentre i ritratti più belli e più accuratamente delineati da Plutarco sono di grandezza naturale, molti sono anche poco più che busti. Hanno belle proporzioni, ma ristrette entro limiti così modesti, che i migliori (quali sono le vite di Cesare e di Alessandro), si possono leggere in una mezz' ora. Però anche ridotti a questa dimensione, sono assai più imponenti di un colosso senza vita, o di un gigante esagerato. In queste Vite le discussioni e le descrizioni non sovrabbondano, ma i caratteri vi si svolgono da sè stessi con ogni naturalezza. Tuttavia a Montaigne dava noia questo laconismo del suo prediletto autore ; ma soggiungeva : « Senza dubbio F ammirazione eh' egli ispira si accresce per ciò ; ma noi non ci vediamo quanto vorremmo. Plutarco ama piuttosto esser lodato pel suo discernimento, che per la sua dottrina; vuole piuttosto lasciarci desiderio di sè che saziarci: egli sapeva, che anche delle migliori cose si può dir troppo.... Chi ha corpo gracile se lo ingrossa con l'imbottito ; e chi scrivendo ha materia esile, la gonfia con parole.1 »
Plutarco valeva maestrevolmente a delineare i tratti caratteristici più delicati dell' animo e i più minuti particolari de' costumi de' suoi personaggi, come anche le debolezze e i difetti loro; il che si richiede a costituire un ritratto diligente e fedele. « Il solo vederlo sce-
1 Essais di Montaigne (lib. I, cap. XXV) : Sali' educazione dei figliuoli.