[CAP. X.] IMMORTALITÀ DEI GRANDI SCRITTORI. 269
e detto ; li vediamo come se fossero vivi tuttora ; partecipiamo de' loro pensieri ; ce li facciamo amici, dividiamo le loro gioie e i loro dolori; essi ci comunicano la esperienza che ebbero, e proviamo il sentimento di operare in certa guisa con loro, sulle scene ch'essi descrivono.
Gli uomini veramente grandi e buoni non muoiono mai, neppure in questo mondo. Preservato dai libri, il loro spirito passeggia ancora sulla terra. Il libro è una voce sempre viva ; un sapiente a cui di continuo si dà ascolto ; così che noi siamo sempre sotto l'impero dei grandi uomini del passato : « Quei sovrani defunti, ma pur sempre scettrati, che non cessano di governare le anime nostre dai loro sepolcri. » I più sublimi intelletti del mondo sono vivi oggi, quanto lo erano nei secoli passati. Omero vive tuttodì ; e sebbene la sua storia personale si confonda nelle nebbie dell' antichità, i suoi poemi sono pur sempre freschi come se scritti d'ora. Platone seguita ad insegnare la trascendentale sua filosofìa ; Orazio, Virgilio e Dante, cantano oggi come quando vivevano : Shakspeare non è punto morto ; se il suo corpo ebbe sepoltura nel 1616, il suo spirito è sempre egualmente vivo in Inghilterra e il suo pensiero ha la stessa efficace profondità che aveva ai tempi dei Tudor.
La compagnia di questi grandi spiriti è accessibile anche ai più poveri e ai più oscuri, senza che debbano aver tema di commettere indiscrezione. Ogni uomo che sappia leggere può esservi ammesso. Vuoi tu ridere? Cervantes e Rabelais rideranno teco. — Vuoi piangere ? Vi è 1' autore della Imitasione dì Cristo, o Geremia Taylor, coi quali potrai dar sfogo al tuo dolore, e ti consoleranno. Noi ricorriamo sempre ai libri, sempre allo spirito dei grandi uomini ch'essi racchiudono, per averne sollievo, o istruzione, o diletto, nella gioia e nel dolore ; nella prosperità e nell' avversa fortuna.
L'uomo stesso, fra quanto esiste al mondo, è per