[CAP. x.] LA COMPAGNIA DEI LIBRI. 267
Un buon libro può essere uno de' migliori compagni. Esso è oggi il medesimo che fu sempre dacché esiste, e non muterà mai. E il più paziente e il più caro degli amici; non ci volta le spalle nelle avversità e nei dolori ; ci accoglie sempre colla stessa buona grazia, dilettandoci e ammaestrandoci da giovani, e recandoci conforto e consolazione negli anni maturi.
Soventi volte noi veniamo a scoprire l'analogia che ha l'animo nostro coli'altrui, per il comune amore che portiamo a uno stesso libro; appunto come due persone talora si sentono disposte a stringere amicizia, perchè ammirano entrambe una terza. Dice un antico proverbio : « Chi ama me, ama il mio cane ; » ma sarebbe meglio dire: « Chi ama me, ama il mio libro. » Il libro è vincolo di unione più efficace e più nobile. Noi possiamo avere con altri comunanza di pensieri, di sentimenti e di amore, pel tramite di un autore egualmente favorito ; viviamo uniti in questo, com' egli in noi.
Hazlitt dice : « I libri ci penetrano nel cuore ; il verso del poeta ci corre nelle vene ; li leggiamo in giovinezza, li ricordiamo vecchi. Essi c' informano di ciò che accadde ad altri, e proviamo, leggendoli, la sensazione che proveremmo se fosse accaduto a noi medesimi. Si possono dovunque aver buoni e a poco prezzo. Noi non respiriamo che l'aria dei libri, e a chi li ha scritti siamo debitori di ogni cosa. »
Assai volte un buon libro è il miglior custode di una vita, dove stanno riposti i più alti pensieri di cui questa vita fu capace : imperciocché il mondo della vita di un uomo non è, per la massima parte, che il mondo de' suoi pensieri. I migliori libri, adunque, sono tesori di buone parole e di aurei pensieri, che da noi ricordati e avuti cari, diventano i nostri più fidi compagni e il nostro conforto. Dice Filippo Sidney : « Non è mai solo colui che va accompagnato da nobili pensieri. » Un buono e fido pensiero in tempo di tenta-