[CAP. IX.] RITROSÌA E RISERVATEZZA. 249
dal vino. Ma ciò non toglie merito alla sua buona intenzione. Al contrario poi, quel libraio al quale egli un giorno ricorse perchè gli desse occupazione, e che vedendolo membruto e grossolano, gli disse che avrebbe fatto meglio a comperarsi una fune e portar bauli ; se anche gli avesse dato questo consiglio nel modo il più blando, non è men vero che si dimostrò un grande sciocco.
Se la manìa di sofisticare, e disputare e contraddire ogni cosa che venga detta, agghiaccia il discorso ed è ripugnante; l'abito opposto di ammetter tutto, di mostrarsi presi d; ogni qualunque pensiero espresso e d'ogni emozione manifestata da altri, è forse non meno disgustoso; e non è certo onesto, e disdice a un carattere virile. Riccardo Sharp dice : « Può sembrar difficile il tenersi costantemente fra la- rustichezza e la schiettezza, fra il saper lodare il merito, e il lisciare ad ogni proposito con perpetue adulazioni : ma in realtà è facilissimo, che a voler far bene, quanto è bene di fare, basta avere umor piacevole, cuor gentile e vera semplicità.1 »
Vi sono poi anche parecchi, ai quali avviene di mostrarsi poco garbati, non per intenzione, ma per goffaggine, e non saper far diversamente. Così fu del duca di Cumberland, un giorno che avendo incontrato Gibbon, dopo la pubblicazione dei secondo e terzo volume della sua storia Decime ancl fall (Decadenza e mina del romano impero), non seppe dirgli altro che questo : « Come state, signor Gibbon ? Vedo che continuate sempre a fare lo stesso, come una volta : scribacchiare, scribacchiare, scribacchiare! » Forse egli aveva intenzione di fare un complimento all' autore; ma non seppe farlo meglio che in quel modo così sciocco, ed anche villano.
Altri poi hanno l'aria d' essere arcigni, inaccessibili, altieri, solo perchè sono scontrosi. Più di tutti si mostrano tali gli uomini di schiatta teutonica : questa ritro-
1 Lettere and Essays, pag. 59.