[CAP. IX.]
IL SAPERSI CONTENERE.
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L'inurbano invece è sconsiderato, e preferisce talora di perdere un amico, anzi che sacrificare un epigramma; gran pazzo, che si procaccia odio, per una momentanea soddisfazione. L'ingegnere Brunel, che fu uno degli uomini più gentili, soleva dire che « i* esser dispettosi e di cattivo naturale sono cose dispendiosissime; » e il dottor Johnson disse, in certa occasione: « Non si ha maggior diritto di dire cosa poco civile, che di farla; come non si ha maggior diritto di svillaneggiare che di battere. »
Chi è dilicato e civile non mostra mai eh' egli si creda migliore, o più giudizioso, o più ricco di altri; non mena vanto del proprio grado, o della nascita, o della patria; nè guarda con alterigia a chi non ebbe dalla sorte i privilegi eh' egli ha. Non parla superbamente di quanto può aver fatto, e delle sue occupazioni; non è di quelli che non sanno aprir bocca senza discorrere del loro mestiere. Ma e parlando ed operando è modesto, senza pretese, senza presunzione; e dà a conoscere il suo vero carattere col condurre a fine quanto intraprende e non col vantarsene; coi fatti insomma e non colle ciancie.
Il non saper rispettare gli altrui sentimenti deriva quasi sempre da egoismo, e ci avvezza ad esser aspri e di modi ingrati. Ciò non avviene tanto per malignità, quanto per difetto di benevolenza e di delicatezza ; vale a dire, per non saper farsi un' idea e tener conto di quelle minute e apparentemente leggieri circostanze, le quali recano ad altri piacere o dolore. Si può dunque veramente dire che 1' uomo ben elevato differisce sopratutto da chi non è tale, per saper egli fare quei minuti sacrifizi che dall'ordinario consorzio umano sono richiesti.
La compagnia di chi non sa mai contenersi, è quasi insoffribile. Nessuno ama aver a fare con lui; ed egli è inoltre perpetua causa di noie a' suoi famigliari. Per non sapersi contenere, molti sono costretti a lottare
Sjih.es. — Il Carattere. 16