[CAP. IX.] CIVILTÀ. —ETICHETTA. 239
soldati e coi più meschini operai; ina la sua famigliarità era sempre tale, che 1' altrui rispetto mai non ne scemava, ma sapeva destar insieme riverenza ed amore.1 »
Le maniere di un individuo, fino a un certo punto, danno indizio del suo carattere. Sono il segno esterno dell' intima sua natura, e fanno conoscere quali siano il suo gusto, i sentimenti, la disposizione dell'animo; ed altresì la qualità delle persone con cui ha vissuto. Vi sono modi convenzionali, che hanno poca importanza; ma i bei modi naturali, le doti di un cuore schietto apertamente manifestate, sono di grande significazione.
La grazia delle maniere è ispirata dal sentimento, che è fonte di molta dolcezza a un cuore ben fatto. Per questo aspetto, il sentimento vale quasi quanto P ingegno e là cultura, e vale più assai nel dirigere le inclinazioni e il carattere. La simpatia è la chiave d' oro che ci apre i cuori. Essa non solo è maestra di urbanità e di cortesia, ma ci fa penetranti e sagaci, e si può dir quasi che sia la grazia prominente dell' uman genere.
Le artificiali regole di civiltà contano ben poco. Ciò che dicesi etichetta, è spesse volte della natura medesima della inciviltà e della diffidenza: consiste per lo più in una specie di mimica, e malgrado tutte le apparenze, è facile scoprire che cosa veramente sia. Questa etichetta per lo meno non serve che a supplire alle belle maniere ; e spesse volte ne è la contraffazione.
Le belle maniere sono più che altro un complesso di cortesia e gentilezza. La urbanità fu definita, 1' arte di mostrare al di fuori 1' interna stima che facciamo di altri. Ma uno può mostrarsi urbanissimo verso un altro, anche senza veramente nutrire per lui gran stima. I tratti gentili non sono altro infine che un bel contegno. È stato detto che a un bel personale vale meglio d'un bel volto, e che un bel contegno vai meglio di un bel
1 Memoir of the Life of Lieut-Colonel Hutchinson, pag. 32.