[CAP. Vili.] POTERE DELLA GENTILEZZA. 231
La buona disposizione dell' animo clie si manifesta coi modi gentili, non vuoisi confondere colla soverchia morbidezza, o colla semplicità; essa nella sua miglior forma, non è solamente nno stato passivo dell'essere, ma ben anche attivo. Non opera con indifferenza, ma per viva simpatia ; non è 1' espressione delle più umili e inerti forme della vita umana, ma bensì delle sue forme più perfette. La vera gentilezza tiene conto di tutti i mezzi giudiziosi di praticare il bene a tempo opportuno, e attivamente li promuove ; e prevede che la sua opera sarà continuata sempre a benefizio dell' umanità, elevandola a dignità e alla felicità.
Gli uomini più operosi al mondo, sono quelli che hanno qualità gentili; mentre gli scettici e gli egoisti, che non sanno amare che sè stessi, costituiscono la moltitudine degli oziosi. Buffon diceva che non s' aspettava nulla da un giovane, il quale non cominciasse la vita preso di un qualche entusiasmo, e così mostrando di aver fede almeno in qualche cosa di buono, di alto, e di generoso, quand' anche non fosse tale da potersi conseguire.
La vanità, lo scetticismo e 1' egoismo sono sempre cattivi compagni della vita ; e sconvengono specialmente ai giovani. Chi è vano, somiglia al fanatico : sempre occupato di sè solo, non può dare un pensiero ad altri. In ogni cosa egli ha di mira sè stesso, pensa a sè, studia sè solo, finché il suo piccolo essere diventa per lui un piccolo dio.
Peggiori di tutti poi sono coloro che brontolano e mormorano sempre della sorte; che trovano ogni cosa esser mal fatta, e nulla fanno per rimediarvi; che dichiarano esser tutto un deserto « da Dan a Bersabea. » Questi brontoloni non sono mai di alcun utile nella scuola della vita. Come i peggiori operai sono sempre i più pronti a uno sciopero, così i meno capaci membri della umana società, sono i più disposti sempre ai lamenti. La peggior ruota del carro è quella che cigola.