228 BASE DELLA GIOCONDITÀ. [CAP. Vili.]
egli aveva potuto procurare uno stato : lieve e commovente immagine del più durevole monumento ch'egli stesso già si era innalzato colle sue opere.
Questi non sono che pochi degli innumerevoli esempi che sì potrebbero addurre della serena operosità d'uomini insigni. Ogni ricco e ben conformato ingegno è anche sereno e speranzoso, e col suo esempio vivifica e desta giocondità negli animi altrui. Narrasi di Giovanni Malcolm, che quando compariva in qualche accampamento dell' India, ove regnasse tristezza, « era come se vi penetrasse un raggio di sole : nessuno lo lasciava passare senza un sorriso. I soldati lo chiamavano ancora, come una volta, il piccolo Malcolm. Non era possibile di resistere al fàscino della sua geniale presenza.1 »
Anche Edmondo Eurfce aveva questa naturale giocondità. Un giorno, a pranzo da Giosuè Reynold, essendo entrati a discorrere sui liquori più confacenti a questo o a quel temperamento, Johnson disse : « 11 claretto è pei fanciulli, il vin di Porto per gli uomini, e F acquavite per gli eroi. « — « S' egli è così, » aggiunse Burke, « versatemi del claretto ; a me piace d' essere fanciullo, e avere la spensierata ilarità della fanciullezza. » Vi sono infatti dei vecchi tra i giovani, e dei giovani tra i vecchi: alcuni che nella vecchiaia sanno essere graziosi e vivaci come fanciulli, ed altri che, non usciti ancora di puerizia, già sono cupi e scontenti, come vecchi brontoloni.
No: abbiamo udito un buon vecchio dire, alla presenza di certi giovinetti pieni di vanità, che probabilmente presto non vi sarebbero stati più altri fanciulli che i vecchi. La serenità dell'animo essendo generosa, geniale, gioconda e cordiale, non può esser mai un distintivo della vanità. Goethe soleva esclamare, quando si discorreva di persone sguaiate: « Oh, se avesser cuore
1 Lives of Indian Officers (Vite di ufficiali dell'India), dì Giovanni Kaye.