224 SCOTT, ARNOLD. [CAP. Vili.]
dosi venire incontro un cane, egli, afferrata una grossa pietra, gliela scaglia e lo colpisce ; ma la povera bestia ebbe ancora forza da strisciarsi fino a' suoi piedi e lambirglieli, quantunque il sasso gli avesse rotta una gamba. Questo incidente, coni' egli disse, gli lasciò un amaro rimorso per tutta la vita ; ma soggiunse : « Un caso come questo, accaduto ad uno mentre è giovane, e da lui ben considerato, è tale da poter esercitare il miglior effetto sul suo carattere per tutto il corso della vita. »
« Io amò l'onesto ridere, » diceva spesso questo grand'uomo, ed egli medesimo sapeva proprio ridere di cuore. Aveva poi sempre una parola gentile per tutti, e la sua gentilezza si diffondeva intorno a lui, e faceva cbe altri superasse il riserbo e quella specie di tremore, che la sua grande fama ispirava a quanti lo vedevano per la prima volta. Il custode delle mine dell' Abazia di Melrose, disse a Washington Irving : « Egli viene qui spesse volte, in compagnia di grandi signori, e io me ne accorgo prima di vederli, perchè sento la sua voce che mi chiama, gridando : Gianni, Gianni Bower ! E sempre, non appena gli sono davanti, egli mi saluta, e mi fa qualche scherzo, o mi dice una parola piacevole. Egli si degna intrattenersi a chiacchierare e a ridere con me, proprio come se fosse una vecchia comare ; e dire che è queir omone che conosce così stupendamente la storia! » Questa cordialità di maniere, questa umana simpatia, era propria anche del dottor Arnold; il quale non aveva ombra di affettazione, e mostravasi affabile nel modo il più naturale. « Io non ho mai conosciuto uomo più umile del Dottore, » diceva il custode della chiesa parrocchiale di Laleham. Egli è capace di venir qui e stringer la mano a tutti noi, come se fosse un nostro pari. » E una vecchia che abitava nei dintorni di Fox How, diceva : « Egli era solito entrare nella mia casa, e mettersi a parlare con me, proprio come se io fossi una dama. »