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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

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a cura di Federico Adamoli

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   214 SUA PERSEVERANZA FINO ALLA MORTE. [CAP. VII.]
   denclo. Sedette a tavola colla famiglia, come al solito, e il giorno appresso fece due lezioni, puntualissimo a' suoi obblighi ; ma la fatica del parlare gli causò una seconda emorragia, e lo prostrò siffattamente, che s'ebbe a dubitare se avrebbe potuto sopravvivere alla notte. Ma sul mattino stava meglio ; e mentr' era tuttavia convalescente, fu destinato ad un importante ufficio pubblico, quello di direttore del Museo industriale scozzese, che gli dava molto lavoro, oltre alle solite lezioni come professore di tecnologia, carica eh' egli ritenne insieme col nuovo posto.
   Da questo tempo in avanti, il suo « caro Museo, » come lo chiamava, gli distrusse tutto quel po' di forza che ancora gli rimaneva. Mentre attendeva con grande sollecitudine a raccogliere modelli e saggi per il Museo, trovava tempo anche per dar lezioni nelle Puigged Schools, Ragged Kirfcs (Scuole e Chiese per i Pezzenti), e nelle Società mediche pei Missionari. Non dava riposo nè al corpo, nè alla mente ; e il suo gran desiderio era di poter « morire lavorando. » L'intelletto teneva fermo, ma il povero corpo dovette cedere, e un grave assalto di emorragia, di stomaco e di polmoni ad un tempo,1 lo costrinse a sospendere le sue occupazioni. « Per un mese, o forse quaranta giorni » egli scrive, « terribile quaresima, il vento della mia intelligenza soffiò geograficamente dall' Arabia felice, ma termometricamente dalla maledetta Islanda. Sono stato un prigioniero di guerra, colto da un diacciòlo ne' polmoni ; gelai ed arsi alternativamente gran parte del mese scorso ; e ho sputato sangue e tossii in guisa da impallidirne come un morto. Ora sto meglio, e domani darò l'ultima lezione (sulla tecnologia) ben contento di aver potuto, malgrado tante miserie, tirar innanzi, senza perdere
   1 Avendo i medici che lo curarono nel primo assalto, preso 1' emorragia di stomaco per emorragia di polmoni, egli scrisse : « Sarebbe stato un povero conforto l'avere per epitaffio:-- Qui giace Giorgio Wilson, sopraffatto dalla Nemesi ; egli non morì di Emottisi, ma di Emateinesi. »