[CAP. VII.] DOVERE E SINCERITÀ. 205
che dipoi furono generalmente adottati. Egli fu il primo fondatore delle scuole industriali per i fanciulli poveri, dove non solo venivano bene educati, ma imparavano anche un qualche utile mestiere,, e così potevano poi vivere onestamente divenuti uomini. Egli raccomandò la revisione e la semplificazione di tutto il codice delle leggi, idea che fu poi mandata ad effetto da Napoleone I. Scrisse contro il duello, contro il lusso, contro il giuoco, contro il monachismo, citando il motto di Se-grais, « che la manìa della vita monastica è il vaiolo dell'intelletto. » Egli spese tutto il suo avere in opere di carità; ma non in elemosine, sì bene col dar modo a fanciulli, uomini e donne in povertà, di poter giungere a sostenersi da sè stessi; volendo che i beneficati da lui lo fossero durevolmente ; e contiuuò ad amare il vero e a parlare liberamente per tutta la vita. All' età d' ottant' anni fu udito dire : « Se la vita è un giuoco di sorte ove si può guadagnare la contentezza, io vi ho avuto fortuna. » Presso a morte, Voltaire gli chiedeva come si sentisse ; ed egli : « Come se stèssi per andare in campagna ; » e con questa pace interna rese 1' anima. Ma s'era egli tanto scatenato contro la corruzione dei grandi, che a Maupertuis, suo successore nell' Accademia, non fu conceduto di farne 1' elogio ; e solo trentadue anni dopo la sua morte potè d' Alembert rendere quest' onore alla di lui memoria. Al buon Abate, che portò tanto amore alla verità coi fatti e colie parole, fu posto un vero ed eloquente epitaffio, in cui si diceva : Egli amò grandemente !
Il dovere ha stretti l'apporti colla sincerità del carattere ; e 1' uomo devoto al proprio dovere, è innanzi tutto sincero nel dire e nel fare. Egli dice e fa quanto è giusto, nella guisa più giusta, e nel giusto suo tempo.
Non v' è forse alcun detto di lord Chesterfield che meriti maggiore approvazione da ogni uomo di nobile sentire, quanto quello che la verità porta fortuna a un gentiluomo. Parlando Clarendon di Falkland, uno dei