204 L'ABATE Di SAINT-PIERRE. [CAP. VII.]
pace del inondo. Naturalmente l'ebbero in conto di fanatico ; e il cardinale Dubois disse del suo disegno, che era il sogno di un onest'uomo. Però l'Abate aveva trovato questo sogno nel Vangelo ; e in quale altra guisa poteva egli meglio imitare il suo Maestro, che sforzandosi di far cessare gli orrori e l'abominazione della guerra? Quella Conferenza era composta di uomini che rappresentavano Stati cristiani: e l'Abate non richiedeva altro da loro, se non che mettessero in pratica le dottrine, alle quali professavano di credere. Ma nulla valse: i potentati e i loro rappresentanti furono sordi alle sue esortazioni.
Questo Abate di Saint-Pierre visse parecchi secoli troppo presto; ma egli, volendo pure che la sua idea non andasse perduta, nel 1713 pubblicò la Proposta di una pace perpetua, ove consigliava che si fondasse una Dieta europea, o Senato, di rappresentanti delle varie nazioni, innanzi a cui. prima di ricorrere alle armi, i principi fossero tenuti di esporre i torti patiti e chiederne riparazione. Circa ottant' anni dopo la pubblicazione di questa proposta, Volney in un suo scritto poneva iì seguente quesito : « Che cosa è un popolo ? Un individuo della grande società degli uomini tutti. — Che cosa è una guerra ? Un duello fra cìue di questi individui. — Che deve fare una società quando due de' suoi membri vengono alle mani ? Intromettersi e riconciliarli, o tenerli a freno. A' giorni dell' Abate di Saint-Pierre, quest' idea fu trattata come un sogno ; ma, per nostra fortuna, ora comincia a divenix-e una realtà. » Ahimè, che infelice predizione fu questa di Volney ! I venticinque anni che passarono dalla data di questo scritto, furono dalla Francia funestati colle più devastatrici e furiose guerre che mai furono al mondo.
L! Abate non era però un semplice sognatore. Era un operoso filantropo che procurava di mettere in pratica i suoi pensieri, e introdusse varii sociali miglioramenti,