202 SULLA DECADENZA DELLA FRANCIA. [CAP. VII.]
iuta la Francia per aver peccato contro la verità ed il dovere!
Eppure vi fu un tempo che la Francia non mancava di grandi uomini, risoluti a fare il loro dovere; ma tutti appartengono ad un passato alquanto remoto! La schiatta dei Bayardi, dei Duguesclin, dei Coligny, dei Duquesne, dei Turenne, dei Colbert e dei Sully, pare siasi spenta, e non aver lasciato eredi. Yi fu bene talvolta, a un bisogno, qualche grande Francese anche nei tempi moderni che fece sentire la voce del dovere;
economia, che per patriottismo, per un alto senso del dovere, e per consapevolezza di personale dignità, ch'egli sa molto felicemente combinare coi rispetto dovuto all' autorità e coli' obbedienza della legge. Vedrebbero qui un paese che ha istituzioni stabili, forti, e morali; ove le classi superiori meritano il grado loro, imperciocché avendo maggiore cultura, e dedicandosi a servire lo Stato, danno esempio di patriottismo, e sanno debitamente preservare la legittima loro superiorità. Troverebbero uno Stato con eccellerne amministrazione, ove ogni cosa occupa il suo posto, e dove regna un ordine maraviglioso in ogni ramo del sistema sociale e politico. Si può paragonare la Prussia ad un edilìzio massiccio, di grandi proporzioni e di stupenda solidità; il quale, sebbene non offra nulla che diletti 1' occhio, nulla che parli al cuore, non può a meno di non farsi ammirare per la grande simmetria che vi si scorge dalle vaste fondamenta fino al solido e largo tetto.
» E che cosa è invece la Francia? Che cosa è divenuta la cittadinanza francese in questi ultimi anni? Un arruffìo di elementi disordinati, misti e intrecciati; un paese ove ognuno vanta il diritto di salire alle maggiori cariche, ma pochi sanno che per occupare un impiego di grande responsabilità è mestieri avere mente ben equilibrata, essere rigidamente morali, conoscere qualche poco il mondo, e possedere certe facoltà intellettuali ; un paese in cui i maggiori uffizi sono occupati assai volte da persone ignoranti e ineducate, che li ottennero o per qualche speciale qualità d'ingegno, o solo per la loro nascita, e una certa versatilità e avvedutezza. Quale .stato di cose funesto e vergognoso ! E quanto è naturale che, mentre dura, v' abbiano ad essere in Francia tanti individui disoccupati, privi di uno scopo, che non sanno che fare di sè, e nulladimeno sono invidiosi e menano la lingua contro tutti quelli che valgono a qualche cosa...»
» La Francia non ha molte di quelle qualità che ci vogliono a fare accetta e utilmente applicabile la militare coscrizione, obbligatoria per tutti. Presuntuosi ed egoisti come sono i Francesi, si leverebbero contro una innovazione di cui non sono capaci di apprezzare la forza educatrice, e che non può essere introdotta senza il corredo di virtù eh' essi non hanno punto: abnegazione, rispetto coscienzioso del dovere, e alacrità di far sacrifizio d'ogni personale interesse alle più alte esigenze della patria. Come il carattere di un individuo non può essere migliorato che dall' esperienza, così parecchie nazioni hanno duopo di subire un castigo per esser indotte a riordinare le loro istituzioni politiche. La Prussia aveva bisogno della giornata d'Jena per divenire quel vigoroso e ben costumato paese che ora è. »