Stai consultando: 'Il carattere ', Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)

   

Pagina (223/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (223/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   [CAP. VII.] LO SPIRITO DEL DOVERE. 195
   avvenimenti e ingannati dalle apparenze. La felicità non può trovarsi che in noi ; nella vera libertà, nell' andare esenti da ignobili timori, o nel dominarli; nel governo assoluto di noi stessi ; e nel saper essere contenti e pacifici, e menare tranquillamente la vita anche nella povertà, nell' esiglio, nell' infermità, e fra l'ombre stesse della morte.1 »
   Il sentimento del dovere è un valido sostegno anche per l'uomo animoso ; chè non lo lascia piegare e gli aumenta le forze. Assai nobilmente rispose Pompeo agli amici, che volevano dissuaderlo dall' imbarcarsi per Pioma durante una tempesta, imperciocché avrebbe corso gran pericolo della vita : « E necessario che io parta» diss'egli: « mentre non è necessario che viva. » Quello che far doveva, egli volle farlo malgrado ogni pericolo, e sfidando l'imperversare della tempesta.
   Come ognuno può ben immaginarsi, anche nella vita del grande Washington, il principale movente fu questo spirito del dovere. Era desso 1' elemento sovrano e dominante del suo carattere, che gli dava compattezza e vigore. Tosto eh' egli si vedeva chiaramente innanzi un dovere, lo adempiva ad ogni costo e con inflessibile integrità. Ciò egli non faceva per pompa; nè pensava alla gloria, o alla fama e ai premi che le tengono dietro ; ma solo alla giustizia della cosa da farsi, ed al miglior modo di fare. Washington aveva però una assai modesta opinione di sè medesimo; e quando gli venne offerto il comando in capo del patriottico esercito americano,
   1 Vedi il bellissimo libro del reverendo F W. Farrar, che ha per titolo SéeJcers after God (I cercatori di Dio), nella «f Libreria della domenica. » In quel libro l'autore dice: « Epitteto non ora cristiano. Egli ha fatto allusione ai cristiani una sola volta ne' suoi scritti, e fu sotto 1' obbrobrioso nome di Galilei, professanti una specie d'insensibilità nelle più dolorose occasioni, indifferenti ad ogni mondano interesse; il che Epitteto attribuisce ingiustamente a pura consuetudine. Per isventura non era dato a quei filosofi pagani di ben conoscere qual cosa fosse il Cristianesimo. Lo credevano un tentativo di conseguire il frutto che si ritrae dalla filosofìa, senza subirne la necessaria disciplina ; lo guardavano con sospetto, e non potevano giudicarlo con giustizia. Eppure nel Cristianesimo, e solo in esso, avrebbero potuto scoprire, un ideale assai maggiore d' ogni loro più alta previsione. »