Capitolo Settimo.
DOVERE. - SINCERITÀ.
« Dormiva e mi sognava clie la vita è Bellezza: mi svegliai e vidi che la vita e Dovere.
» Dovere! meraviglioso pensiero, che non operi nè per dolce insinuazione, nè per lusinghe, nè per minaccie, ma soltanto col tener alta nell' anima la nuda tua legge, e così sforzandoci a rispettarti sempre, quand'anche non sempre ti si obbedisca ; innauzi a cui tutti gli appetiti tacciono, sebbene in segreto si ribellino! » Kant.
« Quegli può ben dirsi nato e cresciuto fortunatamente, che non serve all' altrui volere ; che ha per armatura il proprio onesto pensiero, e la cui maggiore accortezza è la semplice verità ! Che non si lascia signoreggiare dalle passioni, la cui anima non teme l'aspetto della morte ; che non è schiavo del mondo, perchè non fa troppo conto della fama pubblica, o della stima privata,
v Costui non è servilmente dominato dalla speranza di salire, o dal timore di cadere : egli se non è signore di terre, lo è di sè stesso; e tutto possiede anche possedendo nulla. » TVotton.
c. Il suo no era un no assoluto, il suo sì un sì che aveva gran forza : non pronunciava questo sì, se non con somma cautela, di guisa che i suoi pensieri come le sue parole erano sempre bene accette : una promessa che avesse fatta era per lui un legame, un sigillo. » Iscrizione sul sepolcro del Barone di Stein.
II dovere (come suona il vocabolo) è cosa dovuta, ed è indispensabile pagarla, cui voglia evitare discredito presente, e morale fallimento futuro. È un obi