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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   172 MODERAZIONE NEL PARLARE. [CAP. VX.]
   savio e tollerante sa contenere il desiderio che proverebbe di dire un motto aspro o severo a danno dei sentimenti altrui; mentre lo sconsiderato butta là senza rispetto alcuno quanto gli viene sulla lingua, e sacrifica piuttosto l'amico che un' arguzia. « La bocca dell'uomo saggio, dice Salomone, è nel suo cuore; il cuore dello stolto è nella sua bocca. »
   Vi hanno però taluni che senza essere stolti, parlano e operano inconsideratamente, solo perchè non sanno compatire, nè frenar l'impazienza. L'uomo arguto, che ha pensiero vivace e parola incisiva (incitato anche per avventura dall' applauso dei circostanti), può lasciarsi fuggire una espressione sarcastica, che sia tale da ricadere su di lui con grave suo danno. Si possono ricordare anche uomini di Stato che mandarono a male i loro disegni per non aver saputo reprimere un motto pungente e ironico alle spese di un avversario. Bentham dice: « La forma di un detto ha potuto nuocere a molte amicizie, e per quanto appare, anche a parecchi regni. » Ond' è che quando siamo tentati di scriver cosa che mostri ingegno, ma sia offensiva, è sempre meglio, per quanto ci possa rincrescere, lasciarla in fondo al calamaio. Un proverbio spagnolo, dice che « una penna d'oca fa talvolta maggior strazio delle unghie di un leone. r>
   Carlyle, a proposito di Oliviero Cronrwell, così si esprime : « Quegli che a tempo non sa chiudere in sè i propri pensieri, non è capace di fare cosa alcuna considerevole. » Uno de' maggiori nemici di Guglielmo il Taciturno, dice di lui che non s'è udita mai uscire dalle sue labbra una sola parola arrogante o indiscreta. Anche Washington ebbe questa riservatezza nel parlare, che mai non fece spreco di parole contro chi gli moveva opposizione, mai non cercò parlando in pubblico un effimero trionfo. E si dice che alla perfine l'uomo assennato, il quale sa tacere a tempo e luogo, trova sempre che gli è resa giustizia.