[CAP. VI.] ABNEGAZIONE DELL' OUTKAM. 171
venne mandato con molta forza ad aiutare Havelock, che si faceva strada per giungere a Lucknòw. Come ufficiale superiore, avrebbe dovuto comandar egli la spedizione; ma apprezzando quanto Havelock aveva già fatto, col maggiore disinteresse lasciò a questo suo sottoposto la gloria di compiere la guerra, offerendosi a servire sotto di lui in qualità di volontario. « Colla reputazione che Outram si è già acquistata come maggior generale, disse lord Clyde, può ben dividere con altri gloria ed onore; ma non iscema perciò il prezzo del sacrifizio eh' egli seppe fare con tanta generosità. »
Chi voglia passare la vita onorevolmente e in pace, deve saper esercitare 1' abnegazione cosi nelle piccole come nelle grandi cose. All'uomo fa duopo e sopportare e pazientare. Il temperamento vuol essere assoggettato alla ragione; e si devono risolutamente cacciar via i capricci del mal umore, della petulanza, del sarcasmo ; imperocché solo che trovino modo una volta di penetrare nella mente, è facile che vi ritornino, e vi prendano stabile dimora.
E indispensabile alla felicità il saper ben regolare le parole e i propri atti; poiché vi hanno parole più dure delle busse ; ed uno può, come dice il poeta. « vibrar pugnali nel suo discorso » quand' anche materialmente non sia tale da farne uso. « Uà coup de lauyuc, dice il proverbio francese, est pire qu'tm coup de lance » (un colpo di lingua è peggiore di un colpo di lancia). E molto difficile sapersi reprimere dal vibrare una pungente lepidezza che viene spontanea sulle labbra, ma che lanciata, mette sossopra un avversario. La Bremer nel suo libro intitolato « Home » (La Casa) dice: « Ci guardi il cielo dall' abusare della forza delle parole ! V' hanno parole che trapassano un cuore più di una tagliente spada; ve ne ha di così pungenti, che feriscono un cuore per tutta la sua vita. »
Il carattere adunque si dimostra anche nella temperanza del parlare, come in ogni altra cosa. L' uomo