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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   158 STORIA DI SARA MARTIN. [CAP. V.]
   vent' anni la nobile sua via, ben poco incoraggiata, e con mezzi scarsissimi ; giacché non aveva quasi altro che una rendita annuale di dieci o dodici lire sterline, lasciatele dalla nonna, e quel poco di guadagno che poteva fare come sarta. Nei due ultimi anni di questa sua pia opera, il corpo municipale di Yarmouth, conoscendo che le spontanee di lei fatiche gli facevano risparmiare la spesa, a cui era stato di recente obbligato per legge, di un cappellano e di un maestro, le propose un salario di dodici sterline l'anno; ma lo fece in modo così poco delicato, che ne furono assai offesi i di lei sentimenti. Le ripugnava il doversi fare salariata ufficiale di quella corporazione, e di vendere que' suoi servigi, che fino allora erano stati tutta opera di amore. Ma il comitato delle carceri rozzamente le fece sapere, « che se le permetteva di visitare le sue prigioni, era a patto di sottostare a quanto le venisse imposto; altrimenti gliene sarebbero state chiuse le porte. » E pertanto ella dovette ricevere per due anni il salario di quelle dodici sterline, compenso che il municipio di Yarmouth aveva stimato le fosse dovuto per i servigi che prestava, invece eli un cappellano e come maestra di scuola ! Ma oggimai ella era invecchiata e inferma, e la putrida aria delle prigioni non poco aveva contribuito a minarle la salute. Mentre giaceva sul suo letto di morte, volle riprendere un esercizio mentale, a cui già talvolta per 1' addietro si era data, quando ne aveva avuto tempo ; al comporre versi sacri. Come opera d' arte, questi versi non desteranno forse grande ammirazione ; ma non ne furono mai scritti con maggiore sincerità di spirito, nè con più vivo distiano amore. Se non che la più nobile sua poesia fu P intera vita, improntata di così vero coraggio, e perseveranza, e carità e sapienza. Questa sua vita fu in tutto il commento delle parole da lei scritte, che « P alto desiderio di veder felici i nostri simili, è un desiderio celeste. »