[CAP. V.] DONNE FH.ANTROPE. 155
stata poco accetta. Chi non ha sentito parlare delle signore Fry eCarpenter come visitatóri e riformatrici di prigioni; o della signora Chisholn e della signorina Ili)'e come promotrici di emigrazione ; e delle signorine Nightingale e Garrett, come le più ammirabili delle infermiere?
Queste donne coli' emergere dalla sfera della privata e domestica vita, per salire a tanto grado nell' esercizio della filantropia, dimostrarono che erano dotate di un grande coraggio morale; imperciocché alle donne è molto naturale, e caro sopratutto, il procurarsi quiete e comodi e solitudine. Poche sono le donne che escono dai confini della vita casalinga, per cercarsi un maggior campo ove recar servizio ; ma ogniqualvolta l'hanno voluto, ne trovarono facilmente l'occasione ; innumerevoli essendo le vie per le quali uomini e donne possono giovare ai loro simili : per iscoprirle non ci vuole che buon volere e determinatezza. Molte però delle donne filantropiche da noi nominate, non furono neppure indotte a operare di loro scelta. Trovarono quel dovere sui loro passi, sembrò loro il più vicino che avessero, e lo compierono senza pensare a rinomanza o ad altro premio qualunque, contente solo dell' approvazione della loro coscienza.
Fra le visitatóri di prigioni, il nome di Sara Martin è molto men noto di quello della Fry, quantunque l'abbia preceduta. Ella fu tratta a questa opera pietosa in una maniera che dimostra quanto possa il cuore ben disposto e il fermo coraggio anche nella donna.
Sara Martin era nata da poveri parenti, e rimasta orfana ia tenera età. Fu allevata da una nonna a Caistor, vicino di Yarmouth, e campava la vita lavorando da sarta nelle diverse famiglie, per uno scellino al giorno. Nel 1319 accadde che una donna venisse tratta dinanzi ai giudici e condannata a prigionia nelle carceri di Yarmouth, per aver crudelmente battuto e in ogni altro modo maltrattato un proprio figlio; e di questo suo delitto si discorreva in tutta la città.