[CAP. V.] CORAGGIO E SACRIFIZIO DI SÈ. 147
noekburn veduto il suo rivale Randolph, che oppresso dal numero de' nemici sembrava sul punto d' esser vinto, moveva per soccorrerlo; ma poi scorgendo che li respingeva, gridò a' suoi ; « Alto là ! se siamo giunti troppo tardi per aiutarli, non scemiamo almeno la loro vittoria coli' apparenza di parteciparvi. »
Altrettanto cavalleresca, quantunque in un ben diverso campo, fu la condotta di Laplace verso il giovane scienziato Biot, quando questi lesse all' Accademia francese il suo scritto: «Sur les équations aux diffé-rences mèlées. » Quei dotti, coni' ebbe finito di leggere, si congratularono molto della novità del suo lavoro. Monge, segnatamente, era lietissimo di questo buon successo. Anche Laplace lodò il giovane per la lucidezza delle dimostrazioni, ed anzi lo invitò a casa sua; dove giunti, egli trasse da una cassetta nel suo studio un foglio, ingiallito dai molti anni, e glielo consegnò. Ma quale fu la sorpresa di Biot nel vedere che vi si con-tenevano appunto le soluzioni, e tutte le corrispondenti operazioni, per le quali egli aveva testé avuti tanti applausi! Laplace con rara magnanimità, nonne aveva voluto far motto a Biot, finché questi non ebbe iniziata la sua riputazione dinanzi all' Accademia ; ed ora ingiunse a lui che non ne parlasse ad altri in avvenire; di modo che di un così bel tratto non si avrebbe avuta notizia alcuna, ove Biot stesso non l'avesse rivelato in pubblico, ben cinquant' anni dopo.
Ricordasi un fatto di un manovale francese, che offre esso pure, ma con ben altre circostanze, altro grande esempio di sacrifizio di sé. Sulla facciata di una grande casa di Parigi, che sfavasi costruendo, era stato innalzato il solito ponte, carico di operai e di materiali ; ma, troppo debole, ad un tratto si ruppe e precipitò, traendo con sè tutti quei muratori, meno due, un giovane e un uomo di mezza età, i quali s'erano aggrappati ad un aggetto. Ma questo si piegava sotto il loro peso, e si vedeva che non avrebbe durato a reggerli.