[CAP. IT.] GIORGIO C. LEWIS. 121
d'ufficio soleva attendere a varii ordini di studii: storia, politica, filologia, antropologia e antiquaria. Le sue opere The Astronomi/ of the Ancients (L'Astronomia degli Antichi), e Essays on the formatimi of the Eo-manic ìanguages (Saggi sulla formazione delle lingue Romanze), potrebbero essere state scritte dal più profondo dei dotti di Germania. Egli preferiva specialmente di coltivare le discipline più astruse, e vi trovava il suo maggiore piacere e svago. Lord Palmerston a volte
10 rimbrottava, dicendogli che si distraeva troppo, mettendo in un canto, dopo le ore del suo impiego, le carte d'ufficio, per prendere in mano i libri. Palmerston dichiarava eh' egli non trovava tempo da legger libri, e che la lettura delle carte officiali occupava tutto
11 suo tempo.
Non v: è dubbio che Giorgio Lewis abbia secondato troppo le sue care inclinazioni ; e che senza questo soverchio ardore per lo studio. 1' utile di lui vita sarebbe stata con ogni probabilità più lunga. Egli leggeva, scriveva, studiava sempre, in ufficio e fuori. Rinunciò ad essere editore della Smista cTEdimburgo, per divenire cancelliere del Tesoro ; e le ore che non era occupato a preparare i bilanci, spendevale copiando nel Museo Britannico un ammasso di manoscritti greci. Amava sopratutto di fare le più ardue indagini nella classica antichità. Uno degli strani soggetti dei quali si occupò, fu l'indagare quanto vi fosse di vero intorno ai casi di longevità che si narrano, e eh' egli, secondo il suo solito, o metteva in dubbio o negava affatto. Questo soggetto gli era fitto nella mente nel 1852, mentre andava accattando suffragi per essere deputato dell' He-refordshire. L~n giorno chiedeva ad un elettore il suo voto; avendone da questo avuta un'aperta negativa. « Mi duole, rispose il buon candidato, che non possiate accordarmi il vostro voto ; ma potrete almeno dirmi se nella vostra parrocchia sia morto mai qualcuno che fosse straordinariamente vecchio. »