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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   108 GLI UOMINI DI GRANDE INGEGNO E GEI AFFARI. [CAP.IV.]
   Egli soleva dire che era confacente alla sua salute la vita che menava nell'ufficio, sempre immerso negli affari; questa vita lo premuniva contro la noia. Elvezio giungeva perfino ad affermare che la causa principale dell' esser 1' uomo superiore al bruto, è il sentimento della noia di cui è capace : e eh' egli è costretto ad occuparsi attivamente per Muggirne le insopportabili pene, di modo che questo sia il maggior stimolo dell' umano progresso.
   Veramente fu questo vitale principio di costante lavoro, di molta occupazione, eli contatto cogli uomini nelle faccende giornaliere della vita, che in ogni tempo fecondò con maggior efficacia l'energia delle forti nature. L'attitudine acquistata agli affari, ben coltivata e disciplinata, è utile del pari in ogni carriera, letteraria, scientifica od artistica ; ond' è che gran parte delle migliori opere letterarie sia dovuta ad uomini ordinatamente educati agli affari. La stessa sollecitudine, applicazione, economia di tempo e di lavoro, che li ha resi utili in un ufficio, fu non meno opportuna per altre cose.
   Non pochi de' più antichi scrittori inglesi furono uomini educati agli affari ; giacché allora non v1 era altro ceto di letterati, fuorché quello degli ecclesiastici. Chaucer, il padre della poesia inglese, fu prima soldato, e poi inspettore delle piccole dogane. Nè il suo ufficio era una sinecura, imperciocché doveva scrivere di propria mano ogni cosa ; ma ultimate le faccende d'ufficio, faceva ritorno con sommo diletto ai cari studi in casa sua, e là stava sui libri, finché la vista gli si confondeva ed appannava.
   Anche i grandi scrittori del regno di Elisabetta, durante il quale si manifestò nell'Inghilterra tanta robu-
   si poteva dire nel fiore della vita: rispose senza esitare: «Quando Ira settantanove anni!» Ma poi, ammiccando, aggiunse: «Siccome però io sono entrato appunto nell'ottantesimo anno, mi sono forse di qualche poco allontanato da quel fiore. »