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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [CAP. IV.] SCUSE DELL' INDOLENZA. 93
   Per quanto però uno sia indolente non è mai tale del tutto. Quand'anche il corpo riesca a sottrarsi all'obbligo del lavoro, il cervello non può stare in ozio ; e se non fa crescer frumento, farà crescere spinosi cardi, che si vedranno pullulare per tutto il corso della vita dell'ozioso. Lo spettro dell'indolenza giganteggia nel buio, coli' occhio fisso in volto al bighellone, e lo tormenta : « Gli Dei sono giusti, e dei vizi che a noi dilettano, fanno strumenti per flagellarci. »
   La vera felicità non alligna mai nel torpore delle facoltà ;1 ma sì nella loro azione, nell' uso profittevole che ne sappiamo fare. Chi abbatte è l'indolenza, non l'azione, nella quale è vita, salute, piacere. Gli spiriti possono talvolta essere oppressi, stancarsi, per troppa occupazione, ma dall' ozio sono intieramente fiaccati ; così che un medico eminente soleva prescrivere 1' occupazione come uno de' più efficaci rimedi. « Nulla è più nocivo, disse il dottore Marshall Hall, del tempo disoccupato. » Un arcivescovo di Magonza ripeteva sovente che « il cuore umano è come una macina : a cui, se mettete sotto del grano, ne farà farina, se non gliene mettete, continuerà a girare, ma consumando sè stessa. »
   L'indolenza di solito sa scusarsi molto bene ; e il fannullone, quantunque non voglia lavorare, è spesso un attivo sofista. « V è un leone sulla strada ; » o « Il poggio è troppo erto per salirvi ; » oppure « non vali il provarvisi ; io mi vi son provato, e senza un utile ; non posso riuscirvi in nessun modo. » A proposito dello scusarsi con queste sofisticherie, Samuele RomìllS una volta scrisse ad un giovane: « La critica che io ti ho fatto per la tua indolenza, per il tempo che sciupi, ec. era molto seria, e io credo fermamente che a nuli' altro debbansi attribuire le magre scuse colle quali tu cerchi difenderti, che al tuo consueto far nulla. Tale è la tua
   1 È un tratta tutto speciale degli Indiani, il credere che una totale inazione sia lo stato più perfetto dell'anima, e il definire l'Essere supremo come V Immovibile.