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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAGIONI DI MALINCONIA.
   [CAP. IV.]
   prima che non avrebbe voluto) descrive le cause della malinconia, come imperniate più che altro nell' ozio. « L'ozio, egli dice, è il veleno del corpo e dello spirito, 1' alimento della perversità, uno de' sette peccati mortali ; è il guanciale del diavolo, il suo capezzale, il suo migliore appoggio.... Un cane ozioso è coperto di scabbia; e come non diverrà tale pur anche una persona oziosa ? L'ozio poi della mente è peggiore assai di quello del corpo: l'ingegno disoccupato è un malanno, è ruggine all' anima, una peste, un inferno. Come si generano in un' acqua stagnante vermi ed ogni più schifoso rettile, così in un ozioso pullula ogni malvagio e più corrotto pensiero ; 1' anima ne rimane contaminata.... Ond' è che io incisamente asserisco : Colui o colei che ama l'ozio, sia pure di qualunque condizione si voglia, ricchissimo, di grande famiglia, fortunato, prospero; abbia pure ogni ben di Dio in abbondanza, e tutte le condizioni della felicità e di ogni contento che si può ambire e desiderare ; fin tanto che egli, od ella, od essi, sono oziosi, non saranno mai soddisfatti, non staranno bene mai nè di corpo nè dì mente ; ma sempre ristucchi ci' ogni qualunque cosa, sempre ammalazzati, sempre inquieti; nauseati, affogati nei sospiri e nel pianto, sospettosi, in collera col mondo, con tutto, si augureranno di andarsene, di morire, o saranno in preda a qualche altra pazza fantasticheria.1 »
   Buffon continua a discorrere molto distesamente intorno a questo soggetto; il significato e la lezione del suo libro essendo compresi in questa feconda sentenza, colla quale finisce : « Tienti sopratutto per massima (se ti è caro il benessere e la salute del corpo e della mente), che ti fa duopo praticare questo breve precetto : Non dar adito mai alla solitudine e all' ozio. Non esser solitario, nè ozioso. «
   1 Anatomy of Melancholy, di Burton*; Parte I, Meni. 2, Sub. 6.