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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   90 PAROLE DI PLINIO SOLLA VITA RURALE. [CAP. IV.]
   pur anche un onore e una gloria. Nulla senza di lei può esser fatto. Tutto ciò che v' ha nell' uomo di grande, è opera dei lavoro ; e la civiltà è frutto suo. Se fosse tolto il faticare, la schiatta di Adamo sarebbe colpita subitamente da morte morale.
   L' ozio, non la fatica, è la maledizione dell' uomo. L'ozio rode il cuore agli individui ed alle nazioni, e li consuma come ruggine il ferro. Quando Alessandro, conquistati i Persiani, ebbe opportunità di osservare i loro costumi, notò eh' essi non sembravano consapevoli che nulla vi fosse al mondo di più servile di una vita di piaceri, o di più principesco di una vita laboriosa.
   Giacendo P imperatore Severo sul letto di morte ad York, ove era stato trasportato sopra una lettiga dalie-falde dei Grampiani, 1' ultima parola d'ordine che diede a' suoi soldati, fu Ldboremus ; e nuli' altro che una dura e costante fatica tenne fermo il potere ed estese 1' autorità dei generali romani.
   Plinio descrivendo il primitivo stato sociale dell' Italia, quando le ordinarie occupazioni della vita rurale potevano andar congiunte alla più alta dignità civile, parla del contento dei generali trionfanti e dei loro soldati, nel ritornare all' aratro. In allora i campì erano coltivati dalle mani stesse dei generali; così che si può credere che il suolo esultasse di avere un vomere coperto di allori, e un aratore insignito di trionfi. « Ipsorum Urne manibìis imperatorum colebantur agri: ut fas est credere, gaudente terra vomere laureato et triumphali aratore.1 » Il faticare non fu tenuto per
   1 Plinio, nel III capitolo della Storia Naturale, ricorda in qual grande onore fosse tenuta I' agricoltura ne'primi tempi di Roma; e che le divisioni del suolo erano, misurate dalla quantità che poteva arare una coppia di buoi sotto un giogo in un dato tempo (jugerum, in un giorno; actus, in una volta); che un jugerum era la maggior ricompensa per un generalo o per un insigne cittadino; che i primi soprannomi derivarono dall'agricoltura (Pilummus, da pilum, il pestello per schiacciare il frumento; Fiso, da piso, macinare il grano; Fabius, da/«&«, una fava; Lentulus, da lens, una lenticchia; Cicero, da cicer, un cece; Babulcus, da bos, ec.); che la maggior lode consisteva nel dire ad uno ch'egli era buon agricoltore, buon massaio (Locuples, ricco, loeiplenus, Pecunia, da