[CAP. III.]
I GRANDI MUSICI.
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Porpora viveva, ottenne di poter venire a capo del suo disegno. Ogni mattino di buon' ora egli puntualmente spazzolava la giubba del venerando maestro, ripuliva le sue scarpe, e ne ravviava 1' arruffata parrucca. Sulle prime Porpora brontolò di questo intruso, ma presto mitigossi, finché da ultimo gli pose vero amore. Non tardò a scoprire l'ingegno del servo, e si diede a istruirlo e a dirigerlo per quella via sulla quale Haydn dipoi salì in tanta rinomanza.
Lo stesso Haydn ammirava Kandel con entusiasmo. « Egli è il babbo di noi tutti » disse di lui una volta. Scarlatti fu condotto dalla sua ammirazione a seguire Handel per tutta Italia, e quando udiva il suo nome, si segnava per la gran venerazione che ne aveva. Nè fu meno sincero Mozart nel confessare i meriti del grande compositore. « Quando Handel vuole, disse egli, sa colpire come il fulmine. » Beethoven lo salutò come « sovrano del regno della musica ; » ed essendogli state, mentr' era morente, mandate in dono da un amico le opere tutte di Handel, in quaranta volumi, egli al vedersele portare in camera le guardò con occhio ravvivato, e coli' indice a quelle diretto, esclamò : « Là, là è il vero ! »
Haydn non solo aveva riverenza pel genio dei grandi uomini passati, ma ben anche per quello dei suoi giovani contemporanei, Mozart e Beethoven, Gli uomini meschini sono invidiosi de' loro compagni, ma i veramente grandi si cercano l'un 1' altro e si amano. Haydn scriveva di Mozart : « Io vorrei poter infondere in ogni amatore di musica, e particolarmente nei grandi signori, la profonda simpatia e la somma stima dell' inimitabile musica di Mozart, che con gran piacere provo io stesso : allora le nazioni farebbero a gara per possedere un tale gioiello. Praga deve non solo far di tutto per ritenere questo uomo raro, ma sì anche per ricompensarlo ; imperciocché senza eli questo, la storia di un grande ingegno è veramente triste..... Mi strazia