[CAP. III.]
AMMIRA NOBILMENTE.
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degli uomini che si sono segnalati coi grandi pensieri o coi grandi fatti, sembra quasi crearci intorno una più pura atmosfera, nella quale le nostre mire e i nostri propositi inconsciamente si elevino. « Dimmi chi tu ammiri, dice Sainte-Beuve, e ti dirò chi sei, almeno per quanto spetta al tuo ingegno, al tuo gusto ed al carattere. » Ammirate voi uomini da poco? segno è che da poco è la vostra stessa natura. Ammirate i ricchi? siete di fango come la terra. Ammirate i titolati? Siete abietti, amatori di stolte vanità.1 Ammirate invece chi è onesto, intrepido, dignitoso? avete voi medesimi spirito onesto, intrepido e dignitoso.
Durante la giovinezza, mentre il carattere sta formandosi, più grande è l'impulso ad ammirare. Quanto più noi c' inoltriamo nella vita, più ci chiudiamo nelle nostre consuetudini, e troppe volte assumiamo per motto il Nil admirari. È bene di eccitare all' ammirazione dei grandi caratteri, mentre la natura è plastica e si presta alle impressioni; perchè, siccome i giovani vogliono pur avere una qualche specie di eroi, se non sono ammirati i buoni, molto probabilmente saranno da essi presi a modello i grandi scellerati. Onde è che il dottor Arnold sempre si rallegrava quando udiva i suoi allievi esprimere ammirazione pei grandi fatti, o li vedeva accesi d'entusiasmo per certe persone, od anche per certi paesaggi. « Io credo, diceva egli, che Nil admirari è il testo che più piace al diavolo ; ed egli non potrebbe sceglierne uno migliore per introdurre i suoi scolari alle parti più esoteriche della sua dottrina. E pertanto, io ho sempre considerato l'uomo che abborre quanto ha del romantico, come un
1 Filippo de Comines ricorda un curioso esempio del modo servile, quantunque imposto, con cui i cortigiani di Filippo duca di Borgogna lo imitavano. Caduto una volta ammalato questo principe, dovette farsi radere i capelli; ed ordinò che tutti i suoi nobili, in numero di cinquecento, dovessero egualmente radersi; ed uno di loro, Pietro de Hagen-bach, per dar saggio della sua devozione, non appena ebbe scoperto che uno di questi nobili non era tosato, subito lo afferrò e lo trasse al barbiere.— Filippo de Comixf.s (ediz. di Bohu), pag. 243.