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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [CAP. IH.] LA COMPAGNIA DEI BUONI. 67
   Corre il proverbio : « dimmi chi pratichi, e ti dirò chi sei. » L' uomo sobrio naturalmente non si fa compagno del briacone, nè chi fu gentilmente allevato, dell' uomo rozzo, nè il ben costumato del dissoluto. Il mettersi coi depravati, è indizio di vile inclinazione e di viziose tendenze; e chi frequenta la loro compagnia, non può a meno di avvilire il proprio carattere. « Il conversare con questa sorta di persone, dice Seneca, porta gran danno : perchè quand' anche non nuoccia subito, lascia però dei semi nella mente, che portiamo con noi anche allontanatici da chi parlando li ha gettati, — una pèste, che in avvenire darà di certo i suoi frutti. »
   Quando i giovani sono saggiamente consigliati e diretti, ed usano con piena coscienza della propria libera energia, vanno a cercare la compagnia dei migliori di sè, e s'industriano d'imitarne l'esempio. Dalla compagnia dei buoni, le nature che sono sul crescere avranno sempre il miglior nutrimento ; mentre quella de' tristi non produce che malvagità. V' ha taluni che, conosciuti, non si può a meno d' amarli, onorarli, ammirarli; ed altri che siamo tratti ad evitare e disprezzare, « dont le savoìr ir est qiie béterie, » come dice il Rabelais parlando dell' educazione di Gargantua, Procuriamo di vivere con chi ha più eminente carattere, e ci sentiremo elevati ed illuminati in loro : < Chi vive col lupo, dice il proverbio, impara ad urlare. »
   Il trattare con persone volgari ed egoiste può anche recare gran danno, col farci di mente arida, incresciosa, timida, egoistica, più o meno sempre contraria alla schietta virilità e ampiezza di carattere. La mente apprende ben presto a correre per meschine viuzze, il cuore si fa piccino e contratto, e la nostra indole diventa fiacca, irresoluta, senza volontà, il che è fatale ad ogni generosa ambizione e ad ogni vera nobiltà.
   Mentre al contrario la compagnia di coloro che sono più saggi, migliori e più esperimentati di noi.