[CAP. iii.] EFFICACIA DEI COMPAGNI.
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o vizi, dall' esempio o dalla conversazione di buoni o cattivi compagni. »
Invero non è possibile che noi, convivendo con altri, non ne abbiamo a ritrarre grandemente per la formazione del nostro carattere. Poiché gli uomini sono per natura imitatori, e ciascuno è più o meno impressionato dal parlare, dai modi, dal passo, dal gesto, ed anche dalla maniera di pensare de'suoi compagni. « E nulla l'esempio? » dice Burke. « Anzi è tutto. L' esempio è la scuola del genere umano ; e a questa sola noi possiamo apprendere. » Il grande motto che Burke scrisse per la cartella del marchese di Rockingham, merita di essere qu: ripetuto : « Rammenta ¦— confronta — persevera. »
L'imitazione è per la massima parte così spontanea, che i suoi effetti sono quasi inavvertiti ; ma non si fanno sentire, malgrado ciò, meno permanentemente. 11 mutamento nel carattere si scorge allora soltanto che una potente natura viene a contatto di un altra piuttosto facile alle impressioni. Però anche le più deboli nature esercitano qualche influsso sopra quelli che le circondano. Essendo costante l'avvicinamento dei pensieri, dei sentimenti, del costume, l'azione dell' esempio non cessa mai.
Emerson ha fatto l'osservazione che i vecchi coniugi, od anche altri che per vari anni abbiano insieme abitato, a poco a poco vengono a somigliarsi fra loro : così che, se avessero a vivere ancora lungamente, forse non ci sarebbe facile poi distinguere l'uno dall' altro. Ma se ciò è vero dei vecchi, quanto più dovrà esserlo dei giovani, la cui plastica natura è tanto maggiormente arrendevole e impressionabile, e facile ad assumere la forma della vita e del parlare di chi sta loro vicino!
Carlo Bell in una lettera osserva: « Fu detto molto e molto intorno all' educazione, ma a me sembra che non siasi insistito quanto importa sull' esempio, che è la cosa principale. La migliore mia educazione fu
Smiles, — Il Carattere. S