romanzi ! Non originali, la Dio mercè, ma tra-duzionaccie dalla grande ed inesauribile fabbrica francese; sudicerie della scuola verista o realista, che dir si voglia, ora sfatata; il solito avvicendarsi dell'orribile coli'osceno — laccio teso sottesso i fiori ai lettori e principalmente alla gioventù dei due sessi, che compra il giornale sol pel romanzo e lo divora avvelenandosi.
Ma gli Inglesi, maestri in tutto, non voglion romanzi nei loro giornali serii e sensati, e sì che potrebbero abbellirsene, essendo che V Inghilterra sia la madre fecondissima dei migliori romanzieri che sieno al mondo — romanzieri che dilettano nel tempo stesso che educano il cuore e la mente, e non romanzieri che pervertono e corrompono l'uno e l'altra, come i melodrammatici romanzieri francesi.
E per rincalzo ai romanzacci che altro leg-giam noi nei più diffusi giornali italiani?
Una cronaca giornaliera di delitti — spesso orribilissimi — di suicidii, di falsificazioni, di prevaricazioni, di truffe, e giù di lì. Che volete che impari la gioventù ed il popolo? Ma è questo dunque, diranno, un mondo di birbanti e di pazzi? E la nostra cara patria, la nostra Italia, che ci dicono sempre di amare, di onorare e di difendere, a un bisogno, col