l imposta
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E evidente che la somma data al fìsco dai contribuenti è irrevocabilmente perduta per essi, che non ne possono più trar partito; e, quantunque questa somma sia consumata o spesa in seno di una società di cui son membri, tuttavia non ne ricevono alcuna utilità o vantaggio personale. Che la s'impieghi in un modo produttivo od improduttivo, il produttore non ne ha però meno sofferto la perdita con la privazione di un godimento o quella di un benefizio materiale.
Da ciò rilevasi che più if imposta e alta più diminuisce la ricchezza nazionale, dacché tutto ciò che sborsa la nazione per le consumazioni pubbliche e sottratto ali accumulazione e cessa di contribuire alla produzione. Si ha un bel dire che il governo lo restituisce spendendolo: non è una restituzione che fa e neppure un cambio, giacché essa compra prodotti col danaro dell' imposta.
Che dire, per conseguenza, di que governi che credono render servizio alle nazioni spendendo molto, vale a dire, moltiplicando le imposte? Che dire di tutti quei finanzieri che non si pigliano mai un pensiero al mondo dei contribuenti quando il tesoro ribocca? Bisognerà dunque ripetere sino alla nausea che l'unico mezzo di crear valori è quello di lavorar per