e legge internazionale 1 1 1
no il loro animo. C est ma guerre je la veux! disse l'imperatrice Eugenia e il debole marito, Napoleone III, ruppe guerra alla Prussia coi risultati che tutti sanno. Quante calamità inenarrabili non piombarono addosso al popolo francese per il capriccio di una donna e la debolezza di un uomo !
Nò possono il progredire costante della pubblica opinione e le relazioni commerciali delle nazioni, su cui si affidano molti scrittori eminenti, credersi sufficienti a rimuovere le cause di guerra. I mezzi perfezionati di comunicazione e di commercio possono trasportare eserciti o mercanzie, e non v' è Stato potente in Europa in cui l'opinione pubblica possa decidere se il movimento abbia ad essere commerciale o guerresco.
Il primo passo che devono fare le nazioni per rendere l'opinione pubblica un ostacolo efficace alle guerre si è quello di stabilire governi che rappresentino l'opinione pubblica — l'opinione di coloro che soffrono con la guerra e prosperano con la pace. Ma questo primo passo non deve esser l'ultimo. La mera opinione pubblica internazionale, senza l'autorità e la procedura della legge, non potrà mai vincere il barbaro ricorso alle armi.
Solo una legge universale può togliere af-