E LEGGE INTERNAZIONALE 1 1 1
il suddetto studioso passa al primo capitolo dal titolo sinistro Quid Bellum? e non tarda ad avvedersi che la pace non ha occupato che una parte secondaria nella mente dell'autore. come nel titolo del suo trattato.
Guardando bene—osserva il barone d'Orn-pleton. uno de più dotti fra' suoi successori—si trova che non fu mai intenzione del Grazio di far oggetto del suo studio la legge di natura in tutta la sua estensione, e eh' ei si restrinse in origine a quella porzione di legge che stabilisce le relazioni delle nazioni e dei loro governi 1' un verso f altro, o piuttosto a quel ramo soltanto che tratta delle leggi della guerra.
Il Grazio stesso scrisse a' suoi amici: Ego, absoluto stoboco, do operam cominentationi de jure belli; e ne' suoi precitati Prolegomeni dichiara che le cause che lo spinsero a com-por la sua opera furono la frequenza vergognosa e la licenza delle guerre.
Ala perchè la guerra forma il soggetto principale del primo trattato su ciò che ha per fine la giustizia internazionale — il soggetto a cui gli altri tutti sono meramente convergenti o conseguenti?
La risposta si trova nelle condizioni politiche dell'epoca di cui il De Jure Belli ae Pa-