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Fisica

Oreste Murani
Ulrico Hoepli, 1921, pagine 994

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Riflessione del suono
   299
   miglianza di quegli anelli che vediamo formarsi gettando un sasso in un'acqua tranquilla. L'aria che circonda il corpo sonoro, se la velocità di propagazione è la stessa in tutti i sensi, si troverà divisa, a un dato istante, in tanti involucri sferici alternativamente compressi e rarefatti. Un'onda intiera comprendente una semionda condensata e una semionda rarefatta, avrà una lunghezza X data dalla relazione semplicissima:
   X = V T,
   dove v indica la velocità di propagazione, e x il tempo di una oscillazione completa del corpo vibrante.
   Si vede che la lunghezza d'onda è il cammino percorso dal moto ondulatorio nel tempo (periodo) che il corpo sonoro impiega a fare una intera oscillazione. La superficie d'onda poi è formata da tutte le particelle del mezzo a cui arriva contemporaneamente un medesimo impulso, ed è sferica quando la velocità di propagazione è la stessa in tutte le direzioni, come accade appunto nell'aria tranquilla. Si chiama raggio sonoro un raggio dell'onda.
   171. Riflessione del suono. — Le onde sonore quando incontrano nella loro propagazione una superficie elastica, vengono da essa riflesse; tutti i punti cioè della superficie incontrata dal moto oscillatorio diventano a loro volta tanti centri di vibrazione, i quali producono onde che componendosi formano un sistema di onde retrogrado.
   Sia A (fig. 170) l'origine del suono; ed E E1 il luogo che occuperebbe una porzione della superfìcie d'onda progredita da A durante il tempo t, se non ci fosse la parete elastica M M'. Ciascun punto di questa parete, venendo incontrato dall'onda, diventerà a sua volta un centro sonoro; così alla fine