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Fisica

Oreste Murani
Ulrico Hoepli, 1921, pagine 994

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   A eros fatica
   essa colla propria tensione li preme all'infuori, appunto nella misura con cui l'aria esterna li preme all'indentro. Ora adattiamo alla macchina pneumatica uno di questi emisferi, quello cioè che porta il tubo munito di chiave, e applichiamovi sopra l'altro emisfero; apriamo la chiave ed estraiamo più che si può l'aria interna. Chiusa di nuovo la chiave, e tolti dalla macchina gli emisferi, ecco che vuoisi un grandissimo sforzo per istaccarli l'uno dall'altro; e difatti nel mentre l'aria esterna li preme come dianzi, è diminuita grandemente la tensione dell'aria interna, e quindi gli emisferi restano fortemente premuti l'uno contro l'altro.
   141. Barometro. — Tutte queste esperienze, e moltissime altre che si imaginano facilmente, provano che l'aria atmosferica esercita, in virtù del suo peso, una pressione che per elasticità si trasmette in tutti i sensi, ma non sono acconcie a darne la misura. Questa si fa col mezzo del barometro: prendiamo un tubo di vetro lungo da ottanta a novanta centimetri, aperto ad un estremo e chiuso all'altro; riempiamolo di mercurio, ed applicato il dito contro l'estremo aperto (fig. 116) capovolgiamo il tubo, ed introduciamo codesto estremo nel mercurio contenuto in una vaschetta, avendo cura di non ritirare il dito dall'apertura finché questa non sia ben al di sotto della superficie del mercurio stesso.
   Nella figura si vede il tubo già capovolto che sorge diritto sul vaso : osserviamo ora che cosa accade.
   Il mercurio entro la canna si tiene ad un'altezza in media di 76 cm. sul livello della vaschetta, se l'esperienza si fa a livello del mare. Lo spazio sopra il mercurio nella canna, se questa fu bene riempita di mercurio, è ora vuoto di aria, ed è detto vuoto torricelliano in onore di Evangelista Torricelli che