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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   — 171 —
   Alle parole del signor Niccolò i più rozzi rimasero a bocca aperta e non zittirono ; gli altri intesero e sorrisero. Ed il signor Teòtimo proseguì. Codesti fratelli Lollini, che in età di fanciulli e di giovinetti fecero gli arrotini, dicevano fra sè e sé: ma se stiamo a bottega con altri, faremo sempre quel che s'è fatto ; e quel che finora s'è fatto in Italia è ben poco. Coltelli d'ogni maniera si lavorano a Lugo, temperini a Pistoia, altri ferri a Campobasso ; ma le suppellettili chirurgiche ci vengono di fuori, e specialmente da Parigi. E perchè non potrà fornirsi il paese nostro di siffatte suppellettili senza dipendere da' forestieri, ehe ci mandano i loro scarti *e ce li fanno pagare come roba perfetta?
   r- Bravi!
   — Così la ragionavano : e presero a lavorare con tanto amore e con tanta alacrità, che in breve i loro ferri chirurgici sono andati a Firenze ed hanno ottenuto il primo premio nella pubblica mostra che ne fu fatta colà: sono andati poscia a Londra (al paese dell'acciaio lavorato) e vi hanno pure ottenuto il primo premio. E se a Parigi si fanno esposizioni universali, anche a Parigi otterranno medaglie. Il ehe vuol dire che i fratelli Lollini hanno toccato la cima dell'arte. Nè solo in utensili di chirurgia, ma in armi bianche da milizia sono venuti in eccellenza. Voi tutti rammenterete quando Re Vittorio venne a Bologna la prima volta.
   — Ei fu il 1° di maggio del 1860, rispose il signor * Diodato.
   *