Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (155/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (155/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 155 —
   — La Giannina impazientivasi: passeggiava agitata su e giù per la stanza cogli occhi scintillanti, gestendo enfaticamente, e mostrando in tutta la persona la foga dell'ideare, l'impeto di formar versi, e di legarli colle rime.
   — Per me, disse il cartaio, avrei dato un calcio a tutti gl'impedimenti, seguendo l'impulso della fantasia e del cuore, senza tanto curarsi della bontà della lingua. Alla fin fine erano canti improvvisati.
   — Così le diceva ancora un bell'umore, non so ce di Pilo o Longastrino. Ma i versi abborracciati senza ordine e senza garbo non reggono poi alla lettera posata; mentre quelli della Milli sono belli anche letti; ed io ne conservo due volumi stampati, e vi so dire che dilettano assai. Se dunque, com' ella dice, signor Marcellino, la Giannina avesse sprezzate le correzioni del maestro, e dato un calcio alla buona lingua, non sarebbe pervenuta al merito d'essere in capo di lista fra gl'improvvisatori contemporanei.
   — Per dieci... e due dodici!
   — Ma di quel passo non si poteva più lungamente procedere; e presto venne il momento nel quale il giovane arbusto, già riboccante di succo e di vita, dove a staccarsi dal sostegno a cui era stato fino allora appoggiato, per innalzare all'aure il, verde lusso de' rami suoi rigogliosi. Intendete questo linguaggio?
   Ed Isidoro: Abbastanza. Lei ha voluto dire che la Milli non istette sempre appoggiata al Maestro, e che da sè poteva reggersi e ben sostenersi.
   *