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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 151 —
   Apri le luci, o Piramo, In te ritorna e mira : È Tisbe che delira, Caro, vicino d te. La cruda fceJva ira^a, Causa di tua ferita, Che tolse a te la vita, Ti caro «poso a me...
   Ma qui dovette arrestarsi; poiché la madre, mossa da meraviglia e da sùbita violenza d'affètto, sì forte se la strinse al seno, che le impedì di proseguire.
   — L'avrei abbracciata anch'io; sclamò il segretario.
   — E il narratore proseguì: Giunse a casa il signor Bernardo, copiò diligentemente quei versi sulla copertina d'una Bibbia, e vi scriveva sotto : « Eatti dalla mia figliuola Giannina ».
   — Il proverbio latino non isbaglia, disse il maestro
   — Poetae nascuntur. —
   — Et oratores fiunty aggiunse l'organista pavoneggiandosi.
   — La piccola poetessa usci un istante dalla casa paterna per essere educata a Napoli; ma, staccata da' suoi infermò, e fu richiamata in famiglia. Era una pianta trasportata fuor del terreno nativo, la quale, se non muore, intristisce. Mi capite?
   — Perfettamente, risposero quasi tutti.
   » Or bene; quali studi credete voi che facesse?
   — Quelli della lingua, disse il segretario.
   *