Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (150/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (150/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — Ì50 —
   — La Milli ? sciamò il cartaio : oh l'ho udita a Livorno nella state del cinquantotto, e rammenterò sempre quanto m'ha fatto piangere la sua Figlia di Jefte, e la Vedovai Rammento ancora qualche cosa del Petrarca sulle Alpi ; ma quella poesia, che mi dissero assai bella, fu per me duretta a digerire.
   — Va bene ! Il signor Marcellino ha udita la Milli a improvvisare, ed io ne dirò la vita così alla meglio come la ricordo.
   Si fece un silenzio come in'^chiesa all'esordio di una predicale il signor Teòtimo disse: In Tèramo, città capoluogo dell'Abruzzo ulteriore primo, nasceva una bimba al signor Bernardo Milli, che volle nomarla Giannina. È un nome non comune in una donna ; ma quanto più è singolare, tanto più è segnalato.
   — È vero!
   —» Una sera d'autunno del 1832, non avendo ancora la fanciulletta compiuto i cinque anni, poneva grandissima attenzione ad una storia popolare che suo padre le narrava - Firmo e Tisbe. - La Giannina ci pensò e ripensò tutto il giorno seguente, e correndo a sua madre, le disse : Mamma, sono poetessa anch'io. — E messasi a passeggiare su e giù, con grazia infantile cominciò : *
   Di Tisbe infeUòe Udite gli accenti, Udite i lamenti Che fanno pietà.