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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 146 —
   — Dio me ne guardi! Non le dico nè più nè meno della verità.
   — E mi dici che fa sonetti su due piedi?
   — Mi pare che si.
   — Voglio udirlo.
   — Venga sul mezzodi a piazza ValKcella, e potrà capacitarsene.
   Il Gravina v' andò, e parevagli incredibile che quel fanciullo improvvisasse.
   — Sai tu di storia? Gli domandò.
   — So la storia romana.
   — Mi canteresti tu l'addio d'Attilio Regolo alla sua famiglia ?
   — Il tèma è difficile, ma pure proverommi. — E concentratosi alquanto, cantò poi alcune strofette affettuose e spontanee; sicché il Gravina gli si gettò al còllo, e lo baciò teneramente.
   — E dove stai di casa? *
   — All'ultima porta laggiù in Ripetta.
   — Il tuo nome?
   — Pietro Trapassi.
   — Mi basta. — Fra pochi giorni il buon Gravina fu a casa del fanciullo poeta, e lo dimandò al padre per istruirlo.
   — Signore, rispose il veccio Trapassi, egli è il nostro sostegno; la guida del nonno...
   — A tutto sarà provveduto. — E fece un assegnamento alla famiglia ; ed ebbe Pierino tutto a sé. Appena
   *