Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (144/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (144/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 144 —
   toso; guardò allo schiavo, che teneva il capo chino, ed esclamò: Tu sei poeta, tu sei nato poeta!... — E trattosi dalle spalle la clàmide, cioè il mantello, lo ravvolse attorno alla persona dello schiavo, e disse solennemente: Tu sei libero; tu meriti stima ed onore. Da ora innanzi starai meco, e t'avrò in protezione.
   — Oh oh! disse a mezza voce la comitiva che ascoltava il signor Teòtimo. — E questi prosegui : In quella pergamena erano scritte le prime scene àelV Anfitrione ; e quel giovane schiavo era Plauto*
   — Plauto ? sclamò il maestro.
   — Sì Plauto, il primo poeta comico della gente romana; autore di commedie che sono meraviglie, vere meraviglie anche oggidì, e che furono tradotte in tutte le lingue vive d'Europa, ed imitate o volgarizzate dal Firenzuola, dal Coilenuccio, e da altri ed altri valenti uomini italiani.
   — Ed era uno schiavo? domandò il cartaio.
   — Uno schiavo, ripetè il narratore ; cosicché convien conchiudere che in tutte le più ungili ed abbiette condizioni nacquero uomini che seppero venire in eccellenza, ed essere onorati e venerati dal mondo intero.
   — Coraggio dunque, coraggio!
   — Sì, coraggio, coraggio, gridò l'intera comitiva, battendo le mani in onore di Plauto e del signor Teòtimo.
   Questi ringraziò gli amici, fece una breve pausa ; indi proseguì: Non voglio muovermi da Roma, e parlerovvi d'un altro poeta estemporaneo. *
   *