Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (139/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (139/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 139 —
   un colascione, c improvvisava versi a questo e a quello con molta facilità. — Yedeva un fattore? Ed egli declamava :
   Genti, facciamo onore A messer lo fattore, Ś tondo e rubicondo Che gran piacer ne dà.
   Turututela, turututà.
   Yedeva una bella giovane? ed egli diceva: La giovinetta è simile alla rosa Che aneor tra Verbe ed i virgulti ascosa, Primeggia di fragranza e di beltà.
   Turututela, turututà.
   Poi volto all'oste, esclamava:
   Come il porto di Livorno La tua casa è diventata, Sia di notte oppuWdi giorno Gente arriva e gente va.
   Turututela, turututà.
   Coś quel facile verseggiatore aveva pania e vischio per tutti gli uccelli, e sapeva incantare le genti e provvedere a sè ed al fratello pagliaccio.
   Marcellino e Bartolino, che stettero buona pezza ad udirlo, dissero unanimi: Yogliamo un po' vedere se il signor Tẹtimo sa narrarci le storie di qualche improvvisatore popolare, che siasi levato in onore.
   — Maramèo, disse Leonzio che s'era con loro accompagnato.
   *