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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lΰ dentro a vedere il sa... sai... vatico della Ca... ca... faronia.
   — California!
   — Ha ragione, Ca... California. Quello sμ che tartaglia ! E poi se lo vee... desse. Θ tutto vestito di pelle, sca... carmigliato, su... su... cido, col na... a... so schiacciato, occhi pi... pie... coli, bocca gra... ande come quella del fo... forno.
   — Sarΰ una bella figura!
   — Saltella co., ome le scim... mie, e fa veramente ridere.
   — Infelice!
   — Il suo padrone dice che l'ha addo... addo... addomesticato, e lo fa parlare.
   — E che dice?
   — Il padrone gli domanda: Co... come avete nome? — Ed egli risponde Be... beh! — Hanno udito: ha nome Filippo. — Quanti a... anni av... vete? — Be... beh! Hanno udito; ha ve... ventisette anni. — Dove siete nato? — Be... beh, be... beh, be... beh! — Hanno udito ; θ nato a S. Carlo de Monterey. — E risponde sempre be... beh, be... beh! — Quello sμ che ta... ar... taglia.
   Mentre il cartaio con Bartolino tenevano questi discorsi, udirono il suono d'una gran cassa, che chiamava gente verso l'osteria, dove un pagliaccio ch'era in piedi su d'una botte, faceva smorfie e scambietti; ed un giovane magro e vivace, montato su d'una sedia, grattava