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Il signor Teòtimo prese a dire : se il mio racconto dovesse conturbarla, o signor Marco, io tacerò del Canova.
—• La prego di scusa, rispose il segretario, se ho ardito metter discorso, e interrompere le sue importanti narrazioni. Ma quando mi si rammenta l'infelice regione in cui nacqui, mi sento preso d'entusiasmo e d'affanno ad un tempo, e le parole m'escon dal labbro per vivo impulso del cuore... Perdoni a questo sfogo dell'anima, e faccia grazia di narrare ciò che riguarda Canova.
E il signor Teòtimo ripigliò : Nacque dunque/Antonio Canova in Possagno nel 1757, e vi mori nel 1822. Figlio d'un umile scarpellino, imparò a digrossare le pietre; ma avendo modellato, per la mensa dei signori Falier, senatori veneziani, un lioncino di burro, da quel primo saggio fu manifesto ciò che un giorno ei diverrebbe : e la previsione non fallì. Quando il Canova modellò quel lioncino, aveva dodici anni. Protetto dai Falier, cominciò a scolpire in marmo; e d'una in altra opera passando, e procedendo sempre di bene in meglio, fini colla Pietà, insigne portento dell'arte. /
Sissignore, ha detto bene; è un vero portento, confermò il segretario.
—} Il Canova mostrò nelle sue statue quasi tutte le passioni; dal furore di Ercole alle delizie di Psiche. )
— Chi era Psiche? dimandò Biagio.
— Or.vel dirò; ma ditemi prima chi fu Ercole?
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