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simo, pronto e mordace, andossi in Francia, dove fa presentato alla bella e potente Montpensier, che voleva farne un giullàre.
— Che cos'è un giullàre? domandò il pentolaio.
— Un buffone prezzolato; che nelle Corti dei prìncipi doveva far ridere, quand'anche fosse di malavoglia. Misera condizione, a cui piegavansi una volta certi esseri abbietti, ma che al presente è tolta affatto, perchè il sentimento dell'uguaglianza si è cominciato a mettere anche nelle corti. Il povero Lulli doveva dunque far ridere la Montpensier e quell' orgoglioso principe, che poi fu Luigi XIY. Non sempre però egli vi riusciva : e spesso lasciava le aurate stanze e ritiravasi in cucina , dove schierava su d'una tavola le casseruole, e battendole con un mazzuolo di legno, ne traeva suoni in accordo. Ecco la sua vocazione: la musica! Infatti, trovato a caso un violino, cominciò a sonarlo, e divenne violinista famoso. Allora fu paggio particolare di madamigella Montpensier. Un di questa giovine principessa trovandosi pe' giardini del Lussemburgo, notò un piedistallo senza statua. Il Lulli si spogliò d'un tratto, e montò sul piedistallo. Di lì a poco ritornata quella signora, e veduto Giambattista immobile e serio sul piedistallo, voleva far bastonare quella statua di carne; ma l'indulgenza? prevalse al rigore.
— Impertinente! sclamò il maestro.
— E sguaiato! aggiunse l'organista, signor Filippino.
— Il re volle udire il Lulli a suonare il violino, e
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