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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Il fatto sta che il Domenichino, benché insidiato e malmenato da uomini velenosi, li superò ' talmente colabilità sua, ch'essi alla fine sono lune in faccia al sole. In quanto poi a Guido, non fu ohi osasse attaccarlo, ma tutti lo rispettarono, sicché finì quietamente e dignitosamente.
   — Così ya fatto, disse il segretario.
   — Ora toccherò un aneddoto della sua vita, il quale mostra come fosse schiavo dei pregiudizi. — Nel 1619 espose nello studio il suo famoso quadro dell' Assunta, che oggi si ammira nella chiesa di Sant'Ambrogio a Genova. Un pescatore, che andava in estasi alla vista di sì bel dipinto, incontrato Guido per la via, corse a baciargli la mano; e Guido gli rispose con un manrovescio sulla faccia.
   — Per dieci... e due dodici!
   — Guido però era uomo onesto, laonde sentì rimorso di questa sguaiataggine: e recatosi dal canonico Malvasia, gli narrò il fatto, e gli domandò se quel bacio nella destra poteva farlo diventare paralitico. Il canonico lo sgridò della mala azione e dello sciocco timore, e volle che andasse dal pescatore e con esso lui si riconciliasse. Così egli fece, e divenne poi amicissimo del pescatore mal capitato. ^^
   . Da Bologna passeremo a Venezia, e vedremo chi fosse il Tintoretto.
   — Il Tintoretto era un assassino Bolognese, disse Leonzio.