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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   2112 Verità, Veritade, Veritate-Vermiglio
   Verità, Veritade, Veritate, lat. veritas, veritatis, La verità, in gen., è la rappresentazione fedele, nel pensiero o nella parola, della cosa tal quale ella è. La verità è opposta all'errore, alia menzogna. Questo Sost. trovasi adoperato nella Div. Com. 11 volte: 1 volta neWInf. (xx, 99), 3 volte nel Purg. (ix, 66; xviii. 35: xxv, 67) e 7 nel Par. (ili, 2; iv, 71, 135; vii, 39; xxil, 42; xxiv, 135; xxix, 74). Occorre pure sovente nelle Opere min. di Dante, per es. Vit. N. v, 16; xxx, 11. Conv. iv, 2, 12, 25, 99, 103, 106, 107, 109, 119, ecc. Da notarsi: 1. Verità, per II vero in gen., Ciò che è vero; Purg. xxv, 67. Par. iv, 71. Conv. iv, 2, 109. -2. La nona delle undici Virtù morali (secondo Aristotile, seguito da Dante), « la quale modera noi dal vantare noi oltre che siamo e dal diminuire noi oltre che siamo, in nostro sermone. » Conv. iv, 17, 42 e seg. - 3. In senso biblico, Verità, vale Rettitudine, Sincerità nell'operare secondo che a verità si conviene; in modo che il fatto corrisponda al sentimento proprio, e all'ordine delle cose; Par. vii, 39. - 4. La verità più espressamente nelle parole; Il dire le cose quali sono senza alterazione; Conv. il, 6, 13; iv, 17, 42.
   Verme, Verino, lat. vermis, Nome generico significante ogni animaluzzo molle, di forma per lo più lungo e sottile. Se ne trovano nella terra, nelle acque putride, ne' frutti, in tutti i vegetabili, e nell'interno de'corpi animali. 1. Signif. propr. Inf. in, 69. Purg. x, 129; xxix, 61. - 2. Per simil. detto dell'uomo; Purg. x, 124.- 3. Trasl. detto di Cerbero; Inf. vi, 22, e di Lucifero; Inf. xxxiv, 108, così chiamati perchè anticamente si disse Vermo di ogni fiera schifosa.
   Vermena, lat. verbena, Sottile e giovane ramoscello di pianta; Inf. xm, 100.
   Vermiglio, dal basso lat. vermiculus, Rosso acceso, propriamente del colore del chermisi; Inf. ili, 134; vi, 16; vili, 72; xn, 101; xxviii, 69; xxxiv, 39. Purg. li, 7; xxvil, 39; xxviii, 55; xxix, 114, 148. Par. xvi, 154. In quest'ultimo luogo si allude al fatto che l'antica arme di Firenze era un giglio bianco in campo rosso. Dopo la guerra contro Pistoia nel 1251 i Guelfi fecero loro arme un giglio rosso in campo bianco, mentre i Ghibellini conservarono l'arma antica. G. Vili, vi, 43: «Avvenne che del mese di luglio gli anni di Cristo 1251, il popolo e comune di Firenze feciono oste alla città di Pistoia, eh' erano loro rubelli, e combatterò co' detti Pistoiesi, e sconfissongli a monte Robolino con grande danno de' morti e de' presi de' Pistoiesi. E allora era podestà di Firenze messer Uberto da Mandella di Milano. E per cagione che alla mag-